Come ogni altro settore, anche la formazione universitaria sta attraversando dei grossi cambiamenti, arricchendo il ruolo del CIO (Chief Information Officer) di nuovi compiti e complessità. Man mano che l’insegnamento si trasforma, i CIO delle Università italiane devono affrontare la sfida di bilanciare i budget ridotti e le politiche interne con le rinnovate richieste degli studenti e le tecnologie in rapida evoluzione.
Tuttavia, questo non ha scoraggiato Marius Spinu, CIO dell’Università di Firenze, centro per l’insegnamento e la ricerca tra i primi al mondo. Al contrario, Spinu riesce a dare il meglio di sé in un ambiente dinamico e stimolante.
“L’aspetto più interessante del lavorare in un’Università è che ogni cosa è in costante evoluzione”, afferma Spinu. “L’Università riunisce in un unico luogo persone di diverse culture, nazionalità, età e aree di competenza per permettere la condivisione di idee e competenze. Ecco dove inizia la vera innovazione.”
Spinu affronta l’innovazione dell’Università sia da un punto di vista strettamente IT, facendo sì che le attività siano gestite in modo sempre più rapido e smart, sia rivoluzionando l’insegnamento perché l’offerta didattica dell’Ateneo rimanga sempre all’avanguardia.
“L’innovazione implica maggiore efficienza e automazione all’interno dei nostri processi per ottimizzare e semplificare le attività di docenti e studenti”, spiega Spinu. “Ma sottintende anche una totale rivoluzione dell’apprendimento. Grazie alle nuove tecnologie infatti possiamo personalizzare l’insegnamento e adattarlo alle esigenze di ogni singolo studente in modo che tutti possano ottenere i migliori risultati.”
Grazie a VMware, Spinu ha realizzato una digital foundation che ha rinnovato l’infrastruttura IT dell’Università, implementando un software-defined data center che offre una connettività end-to-end pervasiva ad app e dati per 1.800 persone tra docenti e staff di ricerca e 51.000 studenti iscritti, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. La virtualizzazione ha permesso anche di creare digital workspace sicuri per supportare la crescita dell’insegnamento in mobilità e l’iscrizione di studenti da tutto il mondo.
Guidare l’innovazione nella formazione universitaria
Spinu è contrario all’idea diffusa secondo la quale le Università possano permettersi di rinnovarsi più lentamente rispetto alle aziende del settore privato. Le nuove generazioni di studenti si aspettano esperienze digitali sempre più sofisticate e senza soluzione di continuità.
“Come Atenei dobbiamo relazionarci con un gruppo di stakeholder più esigente rispetto alle aziende”, afferma. “Accogliamo un corpo studentesco completamente nuovo ogni cinque anni e gli studenti hanno aspettative estremamente elevate in termini di tecnologia, mobilità e applicazioni. Non sopportano la complessità; vogliono solo che la tecnologia lavori per loro e noi dobbiamo rispettare la loro visione”.
Nel frattempo, le politiche di Governo spingono sempre più il settore pubblico a trasformarsi e soddisfare le aspettative digitali dei propri cittadini. In qualità di CIO di un’Università italiana, Spinu deve sostenere l’Agenda Digitale Italiana, che si propone di sviluppare un’economia digitale in Italia in linea con l’Agenda Digitale Europea.
“Dobbiamo accelerare la trasformazione digitale dell’Università, pur rimanendo conformi alle normative”, afferma. “Questo rende il mio ruolo ancora più complesso, ma è tra i motivi per cui lo trovo così interessante.”