I trend tecnologici degli ultimi anni sono stati accelerati dalla pandemia. Dallo shopping online ai video in streaming, fino al lavoro e alla didattica da remoto, il COVID-19 ha attivato quella che molti hanno definito la grande accelerazione.
Ciò è ovviamente vero per la digital transformation, che ha stimolato molti dei trend sopra menzionati, ed è altrettanto vero per il fenomeno che vede le aziende ricorrere sempre meno all’outsourcing delle funzioni IT.
La velocità con cui le organizzazioni hanno oggi bisogno di innovare le loro offerte digitali per rimanere competitive è aumentata ben oltre quella che il tradizionale modello IT in outsourcing è capace di offrire.
Quando si presentano opportunità o esigenze da gestire in pochi giorni – o perfino in poche ore -, non c’è tempo per chiedere a un vendor esterno di occuparsene. Con l’aumento del numero di funzioni offerte “as-a-Service”, l’aspettativa che i servizi vengano migliorati e aggiornati in tempo reale continua a crescere rapidamente.
Sappiamo da tempo che la tecnologia è solo una delle componenti di una digital transformation di successo. Avere un team con le competenze e le funzionalità è fondamentale. Vediamo sempre più organizzazioni che desiderano dotarsi di queste competenze internamente per sfruttare apieno il potenziale della tecnologia.
Oggi che le organizzazioni continuano il loro percorso verso la digital transformation, devono trovare dei partner che non si limitino a implementare soluzioni tecnologiche, ma che possano anche fornirgli la formazione e le conoscenze di cui hanno bisogno.
Necessità di velocità
La pandemia ci ha offerto innumerevoli esempi delle potenzialità di questo approccio.
La necessità, ad esempio, di rispondere rapidamente alle esigenze che cambiano, ha favorito lo sviluppo e la continua evoluzione dell’app Service NSW, il principale portale della pubblica amministrazione del Nuovo Galles del Sud, lo stato più popoloso dell’Australia.
L’app viene utilizzata da più di tre quarti dei residenti dello stato e permette all’amministrazione di tracciare i contatti, offrendo al contempo agli utenti un modo semplice e rapido per registrarsi nei luoghi che visitano.
Gli apprezzamenti che il team Service NSW ha ricevuto per la perfetta funzionalità dell’app dimostrano il valore di disporre delle competenze giuste internamente.
Prima della pandemia, il team Tanzu Labs di VMware lavorava con il reparto del servizio clienti del Nuovo Galles del Sud per sviluppare l’app Service NSW, non per controllare gli accessi, ma per fungere da patente digitale. Collaborando con i product manager, i tecnici e i progettisti del servizio clienti, abbiamo sviluppato un sistema che il team è in grado di gestire agevolmente.
Quando è sopraggiunto il bisogno di una soluzione digitale per registrare gli accessi alle strutture pubbliche, Service NSW è riuscita a estendere in modo rapido e senza problemi la funzionalità dell’app esistente.
Questa funzionalità permette al team di Service NSW di integrare con rapidità il feedback degli utenti e di migliorare l’esperienza d’uso dell’app. Funzionalità quali salvare i dettagli dei dipendenti, ricordare agli utenti di registrare l’uscita da una struttura, e perfino offrire consigli su come gestire il COVID sono state distribuite in pochi giorni dall’identificazione del bisogno.
Questo tipo di capacità di risposta e la rapidità di iterazione non è assolutamente possibile con il tradizionale modello di IT in outsourcing.
Abbiamo ridotto i tempi di delivery, che prima superavano i 14 giorni, a meno di tre giorni, creando il processo automatizzato che permette il deployment di uno sviluppo a basso rischio.
Jung Sik Suh, CEO, Hyundai AutoEver
Acquisire nuove competenze
Poter contare sulle giuste capacità di sviluppo interne può permettere alle organizzazioni di muoversi più rapidamente e può anche aiutarle a spingersi in direzioni completamente nuove.
Per il gigante dell’automotive Hyundai Motor Group, il futuro delle automobili ruota intorno alla connettività. Sono già 4 milioni i veicoli Hyundai connessi al cloud ed entro il prossimo anno saranno 10 milioni. L’azienda ICT di Hyundai, Hyundai AutoEver, sta gestendo questa trasformazione e sta investendo molto nell’internalizzazione di funzionalità quali DevSecOps e microservizi, nonché nelle competenze dei tecnici software.
Con la collaborazione tra i tecnici di Hyundai e i tecnici di Tanzu Labs, il team è riuscito in breve tempo a conoscere la tecnologia cloud-native e a utilizzare pratiche di sviluppo basate su test per offrire un codice di alta qualità sul mercato senza sacrificare il lead time, il tutto migliorando l’esperienza e le competenze degli sviluppatori.
Questa combinazione di nuova piattaforma e architettura delle applicazioni, insieme alle competenze per utilizzarle appieno, ha avuto effetti trasformativi sulla modernizzazione delle applicazioni di Hyundai AutoEver.
Nel suo intervento in occasione di SpringOne, il CEO di Hyundai AutoEver, Jung Sik Suh, ha spiegato: “Abbiamo ridotto i tempi di delivery, che prima superavano i 14 giorni, a meno di tre giorni creando il processo automatizzato che permette il deployment di uno sviluppo a basso rischio”. E ha anche aggiunto che Hyundai AutoEver ha velocizzato il time-to-market di otto volte.
Ora è possibile
L’innovazione procede ogni giorno più rapidamente, così come aumenta rapidamente la complessità dei processi necessari per introdurre tale innovazione. Di conseguenza, spesso non è facile assicurarsi che le nuove competenze siano integrate all’interno dell’organizzazione insieme alla nuova tecnologia.
Un approccio per gestire questo problema è assumere tecnici e sviluppatori con la giusta esperienza, ma con l’attuale carenza di competenze, più spiccata in alcuni Paesi a causa delle restrizioni sulla migrazione di personale qualificato, questa strada diventa sempre più difficile da percorrere.
Un altro approccio consiste nel garantire che i partner IT trasferiscano le loro conoscenze ai team aziendali. Il modo più efficace per far sì che ciò accada è poter contare su tempo, prossimità e impegno a realizzare questo trasferimento di conoscenze.
Fino a prima della pandemia, l’approccio adottato da VMware consisteva nell’affiancare i propri sviluppatori ai team IT dei clienti per diverse settimane o diversi mesi, creando e analizzando il codice insieme a loro.
Questo metodo permette ai team dei clienti di acquisire una profonda conoscenza dell’implementazione della nostra tecnologia che non è possibile ottenere con corsi di formazione o seminari, che non permettono di acquisire la fiducia necessaria per provare nuove cose e creare quell’innovazione che tante aziende desiderano.
La pandemia, così com’è accaduto in molti altri ambiti, ha sostituito l’interazione in presenza con l’interazione da remoto, un cambiamento che ha comunque creato nuove possibilità di condivisione delle conoscenze, dove la distanza non è più un ostacolo affinché gli sviluppatori possano lavorare insieme.
Tuttavia, ciò che è fondamentale è che per ottenere i migliori risultati possibili, l’innovazione non deve essere considerata un compito specifico dell’IT. Le aziende che hanno raggiunto il maggiore successo sono quelle che hanno saggiamente incluso esperti di altri settori aziendali nel processo.
Oggi molte aziende sono a loro agio nel vedere i tecnici software lavorare con una metodologia Agile. Più difficile è fare in modo che anche la restante parte dell’azienda operi allo stesso modo. La reale trasformazione avviene dove è possibile permettere a processi e modelli operativi aziendali di rispondere con la velocità abilitata dalla tecnologia. Dopotutto, anche gli strumenti migliori al mondo non valgono granché se non vengono sapientemente utilizzati.