Joe Baguley, VP & CTO EMEA, VMware
Le vite delle persone di tutto il mondo sono radicalmente cambiate. Quasi tutto ciò che facciamo ora dipende dalla connettività digitale e dalle applicazioni. La velocità di questo cambiamento non è destinata a rallentare: le persone, e di riflesso le aziende, sono oggi più che mai consapevoli che esiste un mondo di possibilità a loro disposizione. Coloro che pensano di poter rallentare saranno inevitabilmente penalizzati.
Ed è il cloud, in tutte le sue declinazioni, a contribuire ad accelerare questo percorso e a favorire il successo e la velocità di sviluppo e distribuzione delle app.
Tuttavia, nonostante tutti gli evidenti vantaggi di questa tecnologia, solo un terzo delle aziende dell’UE sembra rendersene conto[1]. In qualunque caso, il cloud dominerà la scena, indipendentemente dall’adozione da parte delle organizzazioni. Le aziende che non vogliono essere lasciate indietro devono superare le loro paure e affrontare le loro preoccupazioni. La domanda è: come?
Di recente ho partecipato a un dibattito dedicato al cloud, dialogando con i migliori esperti del settore dei suoi vantaggi e dei motivi per i quali molte organizzazioni sono ancora restie ad abbracciarle. Oltre a me erano presenti Gavin Jolliffe di Xtravirt, Louise Ostrom di Accenture VMware Business Group, Salvatore Cassara di SGB Smit, produttore tedesco di trasformatori di potenza, e Sylvain Rouri di OVHcloud.
Una rivoluzione data-driven
Per comprendere la portata esplosiva dell’economia digitale, innanzitutto dobbiamo analizzare ciò che alimenta la sua accelerazione, ovvero i dati. Ogni volta che facciamo clic, ogni esperienza digitale che viviamo, viene generata una quantità incredibile di dati. Questa mole di informazioni ha un enorme potenziale, ma, per poterne trarre vantaggio, è necessario disporre di tecnologie potenti (Big Data, machine learning, intelligenza artificiale) per dare un senso e un ordine a tutto. Inoltre, tutte queste tecnologie devono operare secondo necessità.
L’unico modo per accedere alla potenza di elaborazione necessaria per trasformare i dati in intelligence e informazioni approfondite è usare gli ambienti cloud. Ma, soprattutto, le decisioni relative al tipo di cloud che le aziende utilizzano sono legate in modo inestricabile ai tipi di dati che possiedono o utilizzano. “Credo che uno dei compiti più importanti di qualsiasi azienda che desideri passare al cloud sia avere una visione chiara dei vari tipi di dati di cui è responsabile e delle strategie di azione su tali dati”, ha suggerito Rouri durante il nostro dibattito.
Questo è stato un punto ripreso anche dal mio collega Hervé Renault, che ha sottolineato come la residenza, la connettività e l’accessibilità siano considerazioni chiave per le organizzazioni che intendono sfruttare al massimo i propri dati tramite il cloud.
I vantaggi delle app: disponibilità, agilità e accessibilità
Ma cosa trasforma questi dati in qualcosa di realmente tangibile? Le app, ovvero il “DNA” del vantaggio competitivo di un’organizzazione. “Il mondo odierno ruota tutto attorno al concetto di velocità, alla rapidità del go-to-market e della conquista il mercato”, ha affermato Louise.
Le app devono quindi essere disponibili al momento giusto, nel posto giusto e sui dispositivi giusti, in modo assolutamente sicuro e completamente accessibile. Ciò significa essere in grado di distribuirle su sistemi cloud che forniscano l’ambiente appropriato alle specifiche esigenze, pur mantenendo la possibilità di spostare queste app al variare dei requisiti.
È possibile raggiungere questo obiettivo internamente, nelle organizzazioni? La risposta è: non esattamente o, per usare le parole di Louise, “gli strumenti e i servizi che è possibile ottenere dai sistemi cloud non sono disponibili o realizzabili in autonomia da parte delle aziende”.
Le sfide del cloud
Dunque, nonostante questi evidenti vantaggi, che cosa tiene lontano le aziende dal cloud?
Secondo un altro partecipante al dibattito, gli elementi da considerare sono le persone e i processi. Salvatore ha infatti sottolineato come le aziende spesso siano frenate “perché probabilmente il team non dispone di una struttura adeguata, ovvero non è stato formato in modo sufficiente per supportare la tecnologia cloud, con le giuste competenze e il giusto approccio”.
In mancanza di persone e processi idonei, la migrazione non consentirà di risolvere i problemi sottostanti, ma semplicemente li trasferirà nel cloud. “La soluzione non è spostare il problema da una piattaforma all’altra”, ha aggiunto Gavin.
C’è anche un altro problema: per la maggior parte delle aziende non esiste un’unica piattaforma per soddisfare tutti i bisogni. “Cloud” è un termine che ha molte valenze, dalle app eseguite on-premise ai cloud privati, pubblici ed edge, e ogni azienda ha bisogno di una combinazione particolare di tutti questi elementi per soddisfare i propri requisiti. Questa proliferazione comporta incoerenze, lacune e complessità, che possono avere un effetto negativo sulle prestazioni delle app e sulla distribuzione dell’esperienza digitale. Come sottolinea Vivek Parath di Huco, una delle domande complesse che molte organizzazioni si pongono è: “Come possiamo eseguire la migrazione immediata delle nostre app su qualsiasi cloud senza interruzioni delle attività?“.
Esiste quindi un modo per superare le perplessità relative alla disponibilità delle competenze e dei processi e ridurre le sfide in termini di complessità?
Sì, esiste. Tutto questo è possibile grazie a un’unica piattaforma ottimizzata per tutte le app, che può essere utilizzata attraverso tutti i cloud, da quelli privati agli hyperscaler, con un’infrastruttura e operation coerenti, e complessità, rischi e costo totale di proprietà ridotti. Le aziende hanno bisogno sia di un percorso rapido e semplice verso il cloud sia di flessibilità nella scelta dello stesso. Oggi le organizzazioni possono abbinare le esigenze di ogni loro app al cloud più adatto, con la libertà di utilizzare i servizi cloud e di modernizzazione più potenti. Possono inoltre eseguire la migrazione al cloud nel modo che ritengono più opportuno, senza necessariamente doverla implementare in toto.
Perché la scelta del cloud non è bianca o nera
Dove ci porta tutto questo?
All’errata convinzione secondo
cui adottare il cloud significhi necessariamente scegliere tra due strade. La discussione
sulla necessità per le aziende di stare o meno nel cloud non dovrebbe riguardare il cloud
computing, ma il business, concentrandosi su app e dati. Di quali applicazioni
avremo bisogno in futuro? Di quali dati avremo bisogno in futuro? Dove devono
essere questi dati? Dove devono essere elaborati? Dove devono essere letti i
risultati? Individuare la roadmap delle app guiderà la definizione
dei requisiti degli ambienti e dell’infrastruttura. Questo potrebbe, e in
effetti nella maggior parte dei casi lo farà, spingervi verso il cloud, che a
sua volta vi permetterà di assicurarvi di scegliere il cloud giusto e i servizi
cloud giusti per supportare l’attività che state portando avanti.