L’iniziativa Agents of Change di VMware celebra i leader IT che sfidano lo status quo. Sfruttando tutta la potenza della digital transformation, riescono a creare possibilità illimitate per le proprie aziende. Il leader tecnologico della serie Agents of Change che vogliamo far conoscere oggi è Denis Onuoha, Chief Information Security Officer di Arqiva.
Nel corso della sua carriera, Denis Onuoha ha osservato la sicurezza informatica trasformarsi da aspetto tecnico di secondo piano a funzionalità chiave per l’azienda. In qualità di Chief Information Security Officer (CISO) del CSP britannico Arqiva, Onuoha riconosce l’importanza di un nuovo stile di leadership tecnologica necessaria per affrontare il nuovo scenario.
Una funzione in continua evoluzione
Dieci anni fa, racconta Onuoha, la sicurezza informatica era garantita da un semplice controllo tecnico dell’ultimo minuto, effettuato appena prima dell’effettivo go-live. Oggi lo stesso ambito rappresenta invece una competenza strategica che, a seguito delle violazioni di dati e della sempre maggiore pressione da parte dei clienti e delle autorità normative, si ritrova nell’agenda dei Consiglii di amministrazione.
“La sicurezza informatica non è più un mero esercizio di routine per la compliance. È diventata parte integrante del DNA dell’azienda”, afferma Onuoha.
Tuttavia, anche se i membri dei CdA sono molto più sensibili all’argomento, sussiste ancora un gap significativo nella sua comprensione. È proprio qui che Onuoha vede l’intelligenza emotiva come fattore chiave per la comunicazione dei rischi per la sicurezza a livello strategico. “I leader della sicurezza non sono più solo le persone che eseguono. Dobbiamo cambiare il modo in cui comunichiamo. Dobbiamo ascoltare per comprendere, non ascoltare per rispondere”.
Ascolto a 360 gradi
Per Onuoha, i leader della sicurezza devono comprendere i punti di vista dei propri clienti, dei singoli membri del CdA, dei dipendenti, della pubblica amministrazione e degli enti di controllo.
“Nella maggior parte dei casi di violazione, l’impatto è pubblico. Prendiamo la nostra attività B2B dove, ad esempio, siamo parte della supply chain del cliente. Se il nostro servizio subisse un’interruzione durante un importante evento sportivo perché non l’abbiamo protetto a sufficienza, questo avrebbe un impatto negativo per il nostro cliente, per chi ha investito in pubblicità e per tutti coloro che assistono all’evento. Per i clienti di infrastrutture nazionali critiche, il rischio potrebbe addirittura avere risvolti legali o impattare il valore per gli azionisti. Il mio lavoro è aiutare il CdA a comprendere e ridurre il rischio, al fine di essere pronto a reagire in caso di violazione”, spiega Onuoha.
I membri del Consiglio di amministrazione possono scoraggiarsi se le soluzioni non hanno un effetto tangibile. Questo è soprattutto vero quando si tratta di risolvere i problemi relativi al costo totale di proprietà e al valore per i clienti. Secondo Onuoha, è proprio qui che entra in gioco l’intelligenza emotiva. Il tempo dedicato all’ascolto degli altri e alla comprensione delle loro esigenze, anche al di fuori delle riunioni più importanti, è cruciale.
Gestione del rischio interno
Parlando dei dipendenti, Onuoha ritiene che formazione e coinvolgimento siano fondamentali. Gli stessi addetti ai lavori rappresentano sempre il maggiore rischio per la sicurezza, nonostante le minacce provenienti dagli Stati sovrani o lo spionaggio industriale. L’approccio di Onuoha prevede la gestione olistica del rischio, a partire dall’onboarding dei dipendenti, per proseguire con la formazione di dipendenti che siano anche ambasciatori del brand.
“Siamo tutti responsabili della sicurezza. Quando le persone mi chiedono quanto è grande il mio team, io non rispondo con il numero dei miei collaboratori diretti, al contrario dico che sto costruendo un team grande quanto l’azienda”, dichiara.
Costruzione della nuova generazione di leader IT e della sicurezza
Onuoha ha una vera e propria passione per il lato umano della propria attività, in particolare per l’opportunità di coinvolgimento dei giovani nella tecnologia.
“Tutti si preoccupano della mancanza di competenze in materia di Intelligenza Artificiale per il futuro e del fatto che le macchine stiano sostituendo l’uomo sul lavoro. Credo tuttavia che dovremmo smettere di preoccuparci”, afferma, “gli uomini avranno sempre delle capacità che le macchine non avranno. Dobbiamo però essere in grado di offrire ai giovani maggiori opportunità per imparare, e fare esperienza”.
Onuoha ha vissuto in prima persona cosa voglia dire avere qualcuno che crede in te, dandoti una possibilità, e per questo ha molto a cuore l’argomento. È convinto infatti che un’azione più mirata possa fare la differenza nella vita delle singole persone e nello sviluppo delle competenze per il futuro da parte delle aziende.
“Offrire posti di lavoro dal profilo tecnologico ai giovani delle comunità più svantaggiate potrebbe aiutarli a fare le scelte giuste. Non è un mondo complicato. Non siamo scienziati nucleari o astronauti. Abbiamo il dovere di aiutare i giovani a non avere paura di provare e di chiedersi: “Qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere?”. In questo modo offriamo loro un’occasione per un futuro diverso”.
Impara dagli altri Agents of Change
Questo articolo è l’ultimo della serie Agents of Change, che permette di scoprire il modo in cui i leader tecnologici sfidano lo status quo per scoprire nuove possibilità per le loro organizzazioni.
Link a: https://www.vmware.com/radius/topic/agents-of-change/