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Le 5 tappe del percorso verso il Digital Workspace

Michele Apa, SE Manager Italy South, VMware

 

L’avvento delle nuove tecnologie nell’ultimo decennio ha avuto un impatto dirompente nel nostro ambiente di lavoro, tanto che non si parla più di posto ma di spazio di lavoro: siamo passati da “workplace” a “workspace”.

I confini sono sempre più labili, gli strumenti sempre più avanzati, i casi d’uso si sono moltiplicati: chi entra nel mondo del lavoro adesso si trova davanti una proposta lavorativa nuova, che non esisteva quando ha cominciato il suo percorso di studi. I posti di lavoro disponibili si sono trasformati, seguendo l’onda dell’evoluzione tecnologica che ha dato una scossa al business delle aziende, e i ruoli esistenti si sono dovuto evolvere.

Noi lavoratori e dipendenti siamo diventati più esigenti, richiedendo al nostro datore di lavoro strumenti avanzati per essere più efficaci e semplificare la nostra attività, con il beneficio per il business di diventare più produttivi.

In poche parole: siamo in piena trasformazione verso un workspace digitale.

“Trasformare” è proprio il termine adatto: dare forma. La nuova tecnologia che prepotentemente ha conquistato le nostre scrivanie, è così innovativa e rapida nell’aggiungere nuove funzionalità che l’IT delle aziende non è riuscita a star dietro al cambiamento. Ed è quindi necessario definire il nuovo spazio di lavoro, appunto “dargli una forma”.

Non è più tempo di bloccare ciò che dall’esterno arriva nel nostro workspace: ciò infatti causa da una parte il malcontento dell’end-user, e dall’altro limita le potenzialità di business. Bisogna guidare ed indirizzare il nuovo e governarlo per ottenerne i maggiori benefici.

Le tecnologie VMware accompagnano le aziende nel loro percorso verso il Digital Workspace, con una soluzione che soddisfa a 360 gradi i casi d’uso più diffusi, basata su Workspace ONE. In tal modo si riduce la distanza tra le richieste degli utenti finali e quelle di business, rendendo sicuro l’accesso alle applicazioni ed ai dati da minacce sempre più crescenti.

Ma quali sono i 5 requisiti per una completa adozione del Digital Workspace?

 

  1. User Experience: è fondamentale soddisfare le esigenze dell’utente finale e renderlo felice. Il primo passo è quello di individuare i casi d’uso, selezionarli e classificarli, conoscere le esigenze di ogni tipo di utente e delle linee di business in modo da dare valore all’azienda, aumentare la produttività e semplificare le operazioni dell’IT.
  2. Any Applications: l’esperienza utente è dettata dal fatto che bisogna accedere da qualsiasi dispositivo e da qualsiasi location alle proprie applicazioni, per poter espletare le attività quotidiane. E l’evoluzione dell’ambiente di lavoro deve considerare che alcune applicazioni non possono evolvere alla stessa velocità con cui le nuove tecnologie mobile invadono il workspace, ma rimangono indietro. Quindi bisogna avere a disposizione una soluzione che gestisca non solo le applicazioni più recenti e moderne (SaaS e mobile) ma anche quelle legacy, per garantire continuità agli utenti ed al business.
  3. Modern Management: un workspace digitale deve essere gestito in modo da garantire un’esperienza “always on” e “always connect” a tutti i tipi di dispostivi, mobile e laptop, facendo leva sulle potenzialità del cloud. Una gestione moderna introduce semplificazione e sicurezza, conoscendo il contesto in cui il dispositivo lavora per applicarne le giuste policy, e, con un set di API per gestire una vasta gamma di sistemi operativi, estendere il management a il più ampio range di device.
  4. Insights: se l’IT deve supportare il business e garantire una buona esperienza all’utente, non deve essere percepito esclusivamente come il dipartimento da contattare quando è necessario riparare un dispositivo. L’IT deve cambiare il modo in cui viene percepito, e avere gli strumenti per conoscere l’ambiente in cui gli utenti lavorano, le loro preferenze, le loro esigenze. Non basta collezionare log e informazioni di utilizzo, ma sfruttare tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning per dedurre informazioni utili per applicare azioni correttive, e quindi analizzare performance, rischi, utilizzo.
  5. Automation: è vero che gli Insight sono critici. Ma la risposta correttiva non può essere manuale e reattiva. Dev’essere preventiva ed automatizzata. Provisioning di nuove applicazioni, auto-remediation, applicazione di nuove policy: ecco le azioni che devono essere usate non solo per bloccare un dispositivo se è il caso, per esempio, ma per garantire all’utente un ambiente di lavoro sempre aggiornato e protetto.

 

Il percorso verso il Digital Workspace con Workspace ONE porta benefici tangibili ed evidenti, che permettono di ridurre in primis costi e complessità rispetto a strumenti manuali e a compartimenti stagni. Inoltre, si riescono ad aumentare i livelli di sicurezza garantendo alta produttività e flessibilità agli utenti.

Così l’IT diventa un partner dell’impresa: garantisce la massima esperienza digitale agli utenti, invece di continuare a gestire puramente i dispositivi e chiamate di supporto.